Montereggio
è protagonista di una delle storie più interessanti di tutta la Lunigiana.
Con la bella stagione gli uomini di Montereggio partivano dal piccolo paese
con la gerla piena di libri e raggiungevano prima Pontremoli, poi la
pianura, per andare a vendere la loro "merce" nelle città"del Nord", dove
peregrinavano a lungo, fino all'inizio della stagione invernale, quando
ritornavano a casa.
Il primo, nel Cinquecento, fu Sebastiano da Pontremoli,
che si trasferì a Milano dove apprese l'arte della stampa. Lo seguirono
altri, come i Viotti, suoi compaesani, che a poco a poco aprirono anche una
bancarella. Piano piano la fama dei librai si estese oltre la valle e, con
l'aumento del lavoro, molti andarono a portare i libri sempre più lontano,
fino in Germania. |
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Lasciapassare
rilasciato il 17.03.1859, da S. A. Reale Luisa Maria di Borbone
al venditore di libri Tarantola Francesco fu Lazzaro
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I Viotti, ad esempio, proseguirono l'attività per molte generazioni nel XVI
e XVII secolo e, sul loro esempio la schiera dei librai di Montereggio si
allargò arrivando al massimo sviluppo nell''Ottocento. Molti di loro non
sapevano leggere ma capivano comunque l'importanza della "merce" che
trattavano. Offrivano almanacchi, lunari e spesso libri "proibiti", fatti
circolare clandestinamente di Stato in Stato (i librai vendevano anche
pietre da rasoio per poter occultare alla polizia austriaca gli scritti dei
più noti patrioti).
Da ambulanti con la gerla sulle spalle diventarono ben presto bancarellai,
molti aprirono vere e proprie librerie, altri diventarono editori. Ad
esempio Maucci che avviò due librerie a Buenos Aires e a Barcellona e, per
primo, stampò in lingua spagnola le traduzioni dei classici.
Ad oggi circa 150 dei loro discendenti posseggono importanti librerie, come
i Ghelfi, i Bertoni, i Fogola oppure i Tarantola a Milano, Brescia e Venezia
e ancora i Lazzarelli a Novara.
A Montereggio nel 1952 diedero vita al "Premio Bancarella", destinato a
diventare uno dei premi letterari più ambiti in Italia.
Grazie allo stretto rapporto mantenuto con il paese d'origine, queste
famiglie hanno fatto di Montereggio uno dei borghi meglio conservati della
Toscana spesso ravvivato da eventi legati al mondo editoriale. Ad ulteriore
conferma del legame esistente tra Montereggio e la letteratura, una
curiosità: le strade che portano al monumento al libraio, vicino alla chiesa
fortificata di Sant'Apollinare, sono tutte dedicate ai più celebri editori
italiani: Borgo Feltrinelli, Piazza Mondadori, Via Einaudi etc. |