Il territorio oltre ad avere l’unico Santo, S. Francesco Fogolla, della
diocesi di Massa e Carrara, presenta il più antico Santuario della
Lunigiana nonché della provincia.
Il Santuario è sito nei pressi della Località Crocetta, a circa 1000 m.
di altitudine, da dove si può ammirare la Valle del Magra, lungo la
quale passa la via Francigena e le Alpi Apuane con la Cima “Il Pizzo
d’Uccello”.
La costruzione presenta caratteristiche romaniche, Il basso campanile a
fronte e il portico su tre lati ricordano lo stile di alcune costruzioni
francesi.
Il primo documento sulla Chiesa risale alla fine del XII secolo, quando
i monaci benedettini della Congregazione francese di “Chaise-Dieu”,
provenienti dall’Abazia di Bozzone Chiavarese, fondano il priorato
dedicato alla Vergine Maria. Tuttavia é bene ricordare, che il valico
dei Casoni ha da sempre rappresentato, sin dal medioevo, un’importante
via di comunicazione, probabilmente costruita su un antico percorso
romano (sullo stipite del portale ingresso è incisa l’iscrizione romana
“S.P.Q.R.” forse un resto dell’antica Statio romana di Montereggio). Il
Santuario a da sempre svolto non solo un opera spirituale ma anche di
assistenza ai viandanti che, dalla Via Francigena, risalivano i monti
tra Toscana e Liguria per accedere alla Val di Vara.
Nel ‘400 a seguito la crisi vocazionale dell’ordine benedettino, non è
più garantita la presenza monastica al Santuario, il Vescovo
pontremolese Antonio Uggeri ottiene, dal pontefice Nicolò V, l’invio al
monastero come priore di un monaco, originario di Mulazzo e appartenente
alla famiglia Marcheselli, legata da stretti vincoli di fedeltà ai
Marchesi Malaspina. Con la Bolla pontificia del 1546 il santuario viene
assegnato, in commenda secolare, marchese di Mulazzo Ottaviano Malaspina,
da questo momento i marchesi assicureranno il servizio liturgico
assegnando al Santuario un sacerdote, spesso, proveniente dalla
famiglia.
A partire dal ‘600 il Santuario diviene uno dei più venerati della
lunigiana anche grazie all’istituzione delle Confraternite Mariane
prima, poi all’introduzione della celebrazione della festività della
Madonna del Rosario, istituita da Papa Pio V per commemorare la vittoria
riportata a Lepanto contro la flotta turca il 7 ottobre 1751.
Sulla facciata del Santuario è presente lo stemma malaspiniano dello
spino, sia nella versione del secco che del fiorito. Nel ‘600, il
Marchese de Feudo di Montereggio Ottavio Malaspina, fece del Santuario
punto di arrivo di quel Cammino delle Maestà, lungo il quale fece
costruire una serie di edicole costruite in semplice muratura di
arenaria, contentenenti pregevoli bassorilievi in marmo bianco di
Carrara, le Maestà, raffiguranti scene del Santo Rosario. Il Marchese
Ottavio fece porre sul versante di Montereggio, sede principale del
Feudo, cinque edicole raffiguranti i Misteri Gaudiosi cioè quelli
riguardanti la prima parte del Rosario; sul versante di Pozzo cinque
postazioni che rappresentarono i misteri Dolorosi; i cinque Misteri
Gloriosi vennero collocati partendo dalla congiunzione delle vecchie
strade di Pozzo e Montereggio in Località Crocetta lungo la salita che
giunge al Santuario.
Sul finire dell’800, in un manoscritto sulle Maestà, Don Lorenzo Ferrari
parroco di Pozzo, riferisce di una contesa per i diritti sul Santuario
tra le parrocchie di Montereggio e Pozzo. Contesa che si risolse a
favore di Pozzo, nel 1887, con decreto della San Congregazione.
Probabilmente in conseguenza di tale decreto che oggi troviamo, le
Maestà incastonate sulle facciate delle abitazioni di Montereggio.
Nel 2012 grazie al contributi del CEI, Comune di Mulazzo e di numerosi
fedeli è stato possibile procedere al restauro dell’edificio e del suo
porticato. Recentemente la popolazione di Crocetta, frazione posta nei
pressi di Mulazzo, ha impreziosito il territorio con alcune icone
raffiguranti la S.S. Vergine Maria. |
Nella sua accezione originale, si trattava di un’arcaica opera in legno,
raffigurante la S.S. Vergine assisa in trono, simboleggiante la Maestà
divina inconfutabilmente riprendente lo stile bizantino.
In un secondo tempo fu aggiunto, nella parte dx, un arto in legno, così
da rendere possibile l’aggiunta del Bambino, in ceramica smaltata.
L’opera fu vittima di uno dei tanti episodi di malcostume, il 23 luglio
1979 durante la “Peregrinatio Mariae” nella parrocchia di Filattiera (MS),
fu oggetto di un furto.
Ecco la Madonna attuale |