Storia

In seguito alla divisione dell’eredità del Marchese Morello Malaspina di Mulazzo, nel 1573 fu istituito il feudo di Montereggio. Il primo marchese fu Giovan Paolo Malaspina, il quale ricevette i possedimenti posti sulla sinistra del torrente Mangiola.

Successivamente alla sua istituzione, fu costruita la sede marchionale a Montereggio. Giovan Paolo,  trasferitosi a Montereggio, tenne il marchesato sino alla sua morte, avvenuta nel 1983. Fu sepolto nella Chiesa di Sant’Apollinare.

 Il Marchese di Montereggio, si sposò con Taddea dei Marchesi di Mulazzo, ebbe cinque figli. Ancora in vita, stipulò con i suoi figli, davanti al notaio pontremolese Alessandro Uggeri, un atto con il quale si stabiliva che il diritto di primogenitura dell’eredita  paterna fosse legato al matrimonio con prole maschile. Patto che ebbe la sanzione imperiale di Rodolfo II il 6 gennaio 1577.

Unico dei figli maschi che contrasse matrimonio, con Margherita Malaspina di Licciana, fu Giovan Vincenzo. Ebbe due figlie femmine e un maschio che venne alla luce dopo la sua morte, al quale fu dato lo stesso nome del padre. Giovan Vincenzo.

Durante la minore età il governo del Feudo di Montereggio fu tenuto in perfetta armonia dagli zii Leonardo e Galeazzo. Coinvolto nella congiura tramata, dal cognato, contro il Duca di Parma, Ranuccio I, anche se non è chiaro quanto fu realmente coinvolto, fu condannato e recluso. Grazie all’intervento del Granduca di Toscana Cosimo II  fu scarcerato sei anni dopo.

Giovan Vincenzo perduta prematuramente la moglie si ritirò nel monastero di San Barbara di Genova. Non prima però di redigere testamento, il 22 marzo del 1925, davanti al notaio Tommaso Boiardo di La Spezia, con il quale designava erede universale il primogenito Ottavio e lasciava la reggenza del feudo alla madre Margherita.

Di salute cagionevole Ottavio, all’età di trenta anni, conduce all’altare Matilde di Morello di Mulazzo, è il 1639. Poiché il matrimonio non diede prole, il 26 febbraio 1644, nella sua residenza di Pozzo alla presenza del notaio pontremolese Bernardino Zambeccari, detto le sue ultime volontà. Non designò nessun erede dei beni feudali, lasciandoli a coloro ai quali sarebbe andato di diritto; lasciò la totalità del suo patrimonio privato alla giovane moglie. Interessante è il lascito alla comunità di Montereggio, alla quale assegnò trentaquattro pesi d’olio all’anno, due dei quali dovevano servire per la lampada della chiesa di Sant’Apollinare. Ordinò la costruzione delle stazioni del rosario lungo le vecchie strade che da Montereggio e Pozzo conducono alla Madonna del Monte.

Ottavio morì suicida nel 1646. Appresa la sua morte il Governo del Granducato di Milano incaricò il Governatore di Pontremoli di impossessarsi del feudo di Montereggio. Forte delle disposizioni testamentarie e dell’appoggio del Granducato di Toscana Morello Malaspina di Mulazzo respinse il tentativo di acquisizione di Milano.

L’atto di pronuncia, da parte del Tribunale Imperiale a favore del Marchese di Mulazzo, sancì la fine, dopo soli settantaquattro anni di autonomia, del Feudo di Montereggio. Riunitosi così al Feudo di Mulazzo, dal quale ebbe origine, visse ancora per circa centocinqant’anni.